Abitare nell’area metropolitana milanese – le politiche di intervento di fronte alla nuova domanda e alla crisi del modello tradizionale

 Abitare nell’area metropolitana milanese – le politiche di intervento di fronte alla nuova domanda e alla crisi del modello tradizionale

Informazioni

Tipologia Attività

Attività svolta nell’ambito del programma di attività istituzionali PIM per l’anno 2002. La ricerca è stata pubblicata, con lo stesso titolo, nell’ambito della collana “Argomenti & Contributi” (n.5, gennaio 2003).

Direttore

Luciano Minotti

Gruppo di lavoro

Piero Nobile [capo progettO], Fabio Bianchini, Alma Grieco [staff PIM], SERT sas [collaborazione esterna]

Codice Ricerca

IST_03_02

Data

Gennaio 2003


Dopo quasi un decennio di silenzio intorno alle politiche abitative, sembra da qualche tempo di
intravedere i primi significativi segnali di attenzione. Ma nulla è più come prima.
Gli anni Novanta sono trascorsi nell’illusione che l’epoca del bisogno abitativo fosse
definitivamente tramontata e che i non molti italiani non ancora proprietari di casa avrebbero
facilmente risolto, attraverso il mercato, i loro problemi abitativi. Così si aboliscono i
finanziamenti statali al settore, si delegano le competenze alle regioni, si avvia la vendita del
patrimonio pubblico e di quello degli Enti istituzionali.
Ma le cose non vanno secondo le attese. Intanto, la popolazione diminuisce sì ma molto meno
di quanto previsto, grazie all’apporto dell’immigrazione straniera e, nelle regioni del nord,
anche per la ripresa dei movimenti interni. Inoltre, le trasformazioni della struttura familiare
fanno aumentare molto il numero delle famiglie e la richiesta di spazio abitativo pro capite.
Emergono, e sono in crescita, settori sociali in difficoltà economica, che non possono accedere
all’offerta di mercato: gran parte dell’immigrazione, una parte consistente degli anziani soli o
in coppia, i lavoratori precari e in mobilità, le nuove povertà, vanno ad aggiungersi ai settori
tradizionali della precarietà e dell’esclusione abitativa.
In sostanza, i fabbisogni abitativi tornano a crescere e diventa consistente la parte di essi che
non può trovare risposta senza qualche forma di sostegno pubblico.
Nella Provincia di Milano, i fabbisogni arretrati e quelli insorgenti entro il 2011 sono
prudenzialmente stimati in 100/120.000 nuove abitazioni, ma almeno 40/50.000 di esse
dovranno essere controllate nei canoni e nei prezzi per corrispondere alla domanda non
solvibile. Altre decine di migliaia di alloggi servono per coprire la domanda di residenza
transitoria. La risposta istituzionale a tale situazione giunge in ritardo, ma almeno, negli ultimi
anni, sembra in parte cominciare a delinearsi.
Le condizioni territoriali e la strumentazione urbanistica sono, nello stesso tempo,
profondamente cambiate. La maggiore attenzione al territorio e all’ambiente, risorse scarse da
tutelare, scongiurano il rischio di ripetere errori del passato e spingono alla riqualificazione
urbana come strumento principe di trasformazione territoriale. E’ dentro ai progetti e ai
programmi integrati (di intervento, di recupero, di riqualificazione) che vanno trovate in larga
parte le occasioni per rafforzare l’offerta residenziale e anche quelle per l’edilizia assistita,
almeno nelle zone più dense del territorio.
Il Piano di Zona ex lege 167/62 e il convenzionamento di quote di alloggi nei Piani di
Lottizzazione in espansione, possono invece continuare a svolgere un ruolo importante nei
comuni meno centrali, con maggiore disponibilità di suoli liberi, purché su aree ben servite dal
trasporto pubblico. La qualità, insediativa, ambientale e formale degli interventi sembra oggi
un obiettivo possibile o, almeno, più largamente condiviso.
Il Piano Quadro per l’Edilizia Residenziale, che il Centro Studi PIM ha allo studio su incarico
del Consorzio Intercomunale Milanese per l’Edilizia Popolare e della Provincia di Milano
(nell’ambito del Piano Territorale di Coordinamento), si pone l’obiettivo di coordinare l’azione
dei comuni nella programmazione e realizzazione dell’offerta abitativa “giusta” per rispondere
alla nuova domanda: localizzata dove serve, in ambienti di qualità e ben serviti, nelle quantità
appropriate per soddisfare le diverse sezioni del fabbisogno e, infine, con la capacità di
contribuire a migliorare e rivitalizzare il contesto urbano.
Dare conto in maniera piana e immediata dei processi di trasformazione in corso nel sistema
residenziale dell’area metropolitana, come si cerca di fare nel presente volume, ha l’ambizione
di contribuire a riprendere un dibattito da tempo trascurato e ad aumentare l’attenzione intorno
agli esiti dei programmi avviati e di quelli che potranno avviarsi con i prossimi (ultimi?)
finanziamenti pubblici per l’edilizia residenziale

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