Sperimentazione della gestione del mosaico informatizzato dei PGT

 Sperimentazione della gestione del mosaico informatizzato dei PGT

Informazioni

Tipologia Attività

Attività istituzionale a favore della Provincia di Milano – Direzione Centrale Pianificazione e Assetto del Territorio Programma di Collaborazione 2009

Direttore

Franco Sacchi

Gruppo di lavoro

Francesca Cella [capo progetto], Piero Nobile, Fabio Bianchini, Claudio Paraboni [staff PIM]

Codice Ricerca

IST_11_09

Data

Marzo 2010


La LR12/05, che detta le norme di governo del territorio lombardo, ha previsto, tra l’altro, la costruzione del Sistema Informativo Territoriale (SIT) integrato, “al fine di disporre di elementi conoscitivi necessari alla definizione delle scelte di programmazione generale e settoriale, di pianificazione del territorio e all’attività progettuale (art. 3)”.
Il SIT integrato regionale è dunque il sistema informativo territoriale con il quale i diversi Enti, che partecipano ai processi di pianificazione, possono conoscere e condividere le informazioni territoriali sviluppate da altri soggetti e diffondere i propri strumenti di governo. In particolare, dal sito web della Regione è già possibile scaricare i PGT comunali giunti ad approvazione, in formato digitale, visualizzare ed interrogare la Tavola delle Previsioni dei PGT, scaricare la documentazione tecnica relativa alla costruzione del SIT integrato, scaricare una serie di dati territoriali utili ai Comuni nella predisposizione dei loro PGT, insieme ad altre informazioni complementari.
In questo quadro, la Provincia di Milano ha ritenuto opportuno verificare l’efficacia del nuovo iter per l’azione di pianificazione-programmazione provinciale che necessita di strumenti di monitoraggio e conoscenza delle dinamiche del territorio. A tale riguardo ha chiesto di approfondire i contenuti delle “linee guida per la realizzazione degli strumenti del SIT integrato per la pianificazione locale” (DD 12520/06), per sperimentare la funzionalità delle informazioni che sono trasmesse dai Comuni e verificare, non tanto la loro qualità sotto il profilo informatico, quanto il livello di rispondenza alle esigenze di conoscenza a scala vasta delle dinamiche di trasformazione del territorio.
La sperimentazione, condotta dal PIM su 9 Comuni campione delle province di Milano e di Monza e Brianza, ha messo in evidenza luci e ombre.
Lo strumento attuale, pur essendo il risultato di un’operazione che ha richiesto un notevole sforzo da parte delle Amministrazioni coinvolte, necessita infatti di ulteriori verifiche e riflessioni, sia per quanto concerne i contenuti “urbanistici” del piano, sia per quanto riguarda quelli informatici. In particolare, i principali risultati del lavoro possono così essere riassunti.
In primo luogo, l’utilizzo poco esperto delle capacità tecniche di un SIT può portare a due estremi: avversione verso una inutile e dispendiosa sovrastruttura, energivora di risorse, ma carente nella restituzione di contenuti; oppure eccesso di fiducia verso uno strumento che rende immediatamente disponibili all’uso tutti i dati desiderati. Occorre, invece, restituire il Mosaico a una giusta dimensione di strumento tecnico di grandi potenzialità in grado di fornire risultati proporzionati alla accuratezza con cui viene progettato e alimentato.
Riguardo, invece, agli strati informativi forniti dalla Regione, l’attuale articolazione delle informazioni di tipo A non consente di cogliere al meglio la caratterizzazione funzionale del tessuto urbano consolidato. A tale proposito, è possibile ipotizzare una sperimentazione che valuti la possibilità di recuperare le geometrie del precedente Mosaico dei PRG.
Per quanto concerne, invece, gli ambiti di trasformazione, appare consigliabile il recupero delle informazioni sulle caratteristiche e modalità di intervento, così come la valenza sovracomunale di tali ambiti. Sempre nell’ottica di un miglior monitoraggio delle trasformazioni territoriali, diventa opportuna una più precisa definizione delle trasformazioni possibili (indici urbanistici, aree di cessione, destinazioni funzionali non ammesse, ecc.), al momento solo facoltativa.
Infine, per quanto riguarda l’iter di approvazione dei Piani, è possibile ipotizzare un ruolo differente per la Provincia, che potrà così compiere quei controlli qualitativi al momento non effettuati dalla Regione e utilizzare al meglio gli strumenti urbanistici a sua disposizione, adattandoli in maniera sempre più precisa alle esigenze del territorio.
Infine, considerando gli aspetti di carattere più qualitativo, si può ipotizzare l’introduzione di strumenti di monitoraggio complementari rispetto al SIT integrato e in grado di rendere conto dei differenti “stili di elaborazione” adottati dai progettisti, restituendo in modo sintetico una serie di informazioni che esulano da quelli che sono i caratteri essenziali del Mosaico e dalla necessità di non appesantirlo con eccessive e improprie informazioni.
Terminata la fase di propagazione/apprendimento dei SIT, non si può che prospettare un miglioramento delle attuali modalità di cooperazione e condivisione dei dati territoriali tra i diversi attori interessati al processo.

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