Variante Generale al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Adda Sud

 Variante Generale al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Adda Sud

Informazioni

Tipologia Attività

Attività svolta su incarico del Consorzio di Gestione Parco Adda Sud

Direttore

Franco Sacchi

Gruppo di lavoro

Francesca Boeri [capo progetto], Francesca Cella, Alma Greco, Cinzia Vanzulli [staff PIM], Alberto Anzola, Gabriele Caserini, Claudio Linzola, Misa Mazza, Fabrizia Palavicini, Pierluigi Roccatagliata, Giampiero Spinelli [collaboratori esterni]

Codice Ricerca

CON_22_03

Data

Dicembre 2009


La formulazione della Variante di PTC del Parco, preceduta dal trasferimento su supporto informatico del PTC vigente, si è svolta in due successivi tempi, a partire dall’incarico al Centro Studi PIM del novembre 2003.

Un primo periodo ha comportato l’aggiornamento delle basi analitiche e documentali secondo i “Criteri per l’impostazione della Variante” (febbraio 2004) concordati con l’Amministrazione, che delineavano le modalità di sviluppo dell’attività di revisione del PTC per le tre componenti fondamentali del piano, rappresentate da perimetro, azzonamento e normativa, da affrontare sulla base:

  • della valutazione dei problemi emersi dall’esperienza di gestione;
  • dall’esame delle osservazioni pervenute;
  • dalla necessità di affinare alcuni tematismi, quali quello della fruizione e quello della tutela del patrimonio storico rurale;
  • dalla verifica dei rapporti con altri strumenti di piano nel frattempo sopravvenuti. In particolare:
  1. l’Autorità di Bacino del fiume PO, che definisce, attraverso il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), norme di tutela originate dalla valutazione dei fattori di rischio idraulico;
  2. la Regione Lombardia che ha definito i Siti di Interesse Comunitario (SIC) e le Zone di Protezione speciale (ZPS), ai sensi delle Direttive CEE: uno specifico allegato alle NTA, riporta i perimetri dei SIC e dei ZPS (Allegato B);
  3. le disposizioni dei Piani cave delle Province di Cremona e di Lodi;
  4. le disposizioni dei Piani Faunistico Venatori e Ittici delle Province di Cremona e Lodi.

Dai “Criteri di impostazione della Variante” e dalle successive analisi tematiche è risultata una sostanziale conferma della impostazione generale del PTC vigente, fondato sul duplice ordine di suddivisione, in fasce e zone e subzone territoriali sottoposte a diverso grado di tutela.

In particolare, nella seconda fase del lavoro, sono state verificate le aree definite dal PTC come “riserve” naturali”, a confronto con le disposizioni delle Province di Lodi e Cremona in materia di caccia e pesca.

Ad eccezione della “Riserva naturale Adda Morta, Lanca della Rotta”, riconosciuta dalla Regione Lombardia, alle altre aree è stata attribuita la qualità di “zone di riserva naturalistica” del Parco, con l’aggiunta delle “Spiagge fluviali di Boffalora”, indicata dalla Regione tra i SIC. La definizione dei SIC ha inoltre resa ininfluente la individuazione degli “ambiti di progettazione e gestione coordinata delle grandi riserve” in quanto perfettamente coincidenti con i SIC stessi e di conseguenza sottoposti a Piano di Gestione.

Sono stati inoltre ampliate le aree individuate dal PTC vigente come “zona ambienti naturali” in modo da rendere possibili la formazione di corridoi ecologici tra le zone di riserva naturalistica e le rive del fiume.

La permanenza sull’intero territorio del parco di aziende agricole di notevoli dimensioni e di forte capacità produttiva ha reso necessario un diverso approccio ai temi dell’agricoltura e della tutela del paesaggio agrario. E’ stato, infatti, riformulato l’intero apparato normativo riguardo al settore agricolo, recependo i contributi e gli apporti avanzati dalle associazioni di categoria (capitolo III delle NTA).

Per quanto riguarda il tema della fruizione, la Variante sostituisce all’individuazione “per zone” una individuazione per “poli”, strutturata gerarchicamente in riferimento al rango dell’offerta di fruizione specificamente prevista, demandando alla fase di attuazione la precisazione dei contenuti delle attrezzature da inserire e l’identificazione delle aree e degli ambiti funzionalmente coinvolti.

Il problema della conservazione del patrimonio storico rurale, in aggiunta ai beni di carattere monumentale già sottoposti a tutela dal PTC, è stato affrontato anche alla luce dei possibili mutamenti di destinazione degli immobili ammessi dalla lr. 12/2005.

L’azzonamento di piano fa riferimento a due categorie di tutela:

  1. le “emergenze monumentali e le loro pertinenze”, comprendenti sia gli edifici già segnalati dal PTC vigente sia le aree definite dal PTC vigente come zona monumentale;
  2. gli edifici minori e i complessi rurali di interesse storico paesistico e i manufatti idraulici (già presenti nel PTC vigente), costituiti da segnalazione puntuale e la cui più precisa delimitazione è affidata alla pianificazione comunale.

La normativa è stata rielaborata secondo un impalcato standard che ripartisce ciascuna norma in “orientamento”, “indirizzo” e “prescrizioni”.

Il nuovo indice rispecchia l’obiettivo di stabilire un rapporto diretto tra rappresentazione cartografica e norme e la facilitazione dell’accesso attraverso il raggruppamento dei principali tematismi. L’attuale strutturazione delle norme comporta il rinvio a Regolamenti delle norme di settore (forestale e agricolo).

Nota: La Variante Generale al PTC è stata dapprima consegnata in bozza nel 2005 (cfr R&P 2007-08). Tale bozza non fu però approvata dal CdA del Parco. I rinnovati Organi Amministrativi del Parco hanno ripreso l’attività, con l’obiettivo di portare in approvazione la proposta di Variante al PTC, provvedendo, attraverso un incarico integrativo al PIM, ad apportare le modificazioni necessarie, in ragione del tempo trascorso e delle novità nel frattempo intervenute (nuove osservazioni, modifica della normativa di riferimento, ecc).

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