Dal mondo nuovo alla città infinita. Cento anni di trasformazioni e progetti nell’area milanese
Informazioni
Ricerca svolta nell’ambito del programma di attività istituzionali per l’anno 2003
Luciano Minotti
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Franco Sacchi [staff PIM], Bertrando Bonfantini [collaboratore esterno]
IST_04_03
Giugno 2004
Il volume presenta quattro “quadri” dell’area milanese che tematizzano altrettante grandi fasi del suo sviluppo di lungo periodo.
Le tappe – le cui soglie proprio in ragione della loro convenzionalità e del rapporto fluido tra un capitolo e l’altro rimangono implicite nelle titolazioni – sono:
• la formazione della città industriale moderna (1880-1915), caratterizzata da concentrazione urbana/industriale e dallo sviluppo della rete ferroviaria regionale e internazionale;
• il consolidamento dei processi di crescita (1915-1945), connotato dal rafforzamento della rete urbana del Nord Milano (con la costruzione della prima rete autostradale europea) e dalla grande espansione edilizia nel capoluogo a ridosso della nuova cintura ferroviaria;
• lo sviluppo metropolitano (1945-1980), contrassegnato, sotto la spinta dello sviluppo industriale/demografico e della motorizzazione privata, dalla grande espansione edilizia e urbanistica. L’urbanizzazione coinvolge dapprima il capoluogo e il territorio a Nord di Milano e dilaga, poi, nel Sud agricolo, anche grazie al rapido sviluppo della rete stradale e autostradale;
• la riqualificazione della città e la diffusione territoriale dello sviluppo (1980-2004), contraddistinta da ristrutturazione industriale e urbana e dalla diffusione della crescita insediativa, con valorizzazione dei sistemi locali. E’ una fase che vede, a scala globale, l’accentuarsi di competizione e integrazione tra città e regioni e, a scala locale, l’acutizzarsi di situazioni di crisi ambientale e di congestione del traffico.
Ogni quadro, a sua volta, si compone della sequenza ricorrente di quattro paragrafi dedicati a economia e società, fenomeni territoriali e insediativi, infrastrutture, piani-progetti-politiche.
La ricostruzione non ambisce alla sistematicità; si tratta piuttosto di un percorso di sottolineature, che sperimenta l’intersezione di approcci, studi e letterature sulla città e il territorio non sempre “contigui”.
La stessa locuzione che compare nel sottotitolo di questo quaderno – “area milanese” – si rivela definizione territoriale volutamente ambigua. L’oggetto è infatti la “grande Milano”, osservata nella sua arealità problematica e variabile, rispetto alla quale i confini amministrativi descrivono contorni parziali di un fenomeno urbano dalle dimensioni molteplici e cangianti.
Le conclusioni intendono infine gettare uno sguardo orientato sull’oggi e sul domani, mettendo in tensione quanto affrontato nelle parti precedenti, evidenziando persistenze, discontinuità, prospettive, e avanzando alcune ipotesi interpretative e operative. In particolare, esse tematizzano:
• il ruolo di avanguardia svolto da Milano nei processi di modernizzazione del Paese, che, in una qualche misura, finisce per condizionarne anche il destino futuro;
• la vocazione “glocale” del capoluogo lombardo, ossia la capacità di internalizzare risorse esterne e farle interagire con saperi, organizzazione sociale, cultura, condizioni territoriali locali, per poi rilanciare prodotti e servizi sui mercati nazionali e internazionali;
• il perdurante carattere policentrico, differenziato e integrato, dell’area milanese, che la configura come una città-regione ante-litteram;
• il nesso stringente tra sviluppo della regione urbana e rafforzamento/articolazione dell’armatura infrastrutturale, un binomio storico da ripensare in funzione delle idee e dei progetti in azione;
• il rapporto difficile tra intenzionalità pianificatorie e trasformazioni reali, che ci interroga sull’efficacia del governo per piani e sui relativi processi di institutional building