La civiltà dell’acqua in Lombardia: per una nuova candidatura UNESCO

 La civiltà dell’acqua in Lombardia: per una nuova candidatura UNESCO

di Fabio Bianchini

L’acqua, risorsa scarsa, bene prezioso, patrimonio e diritto dell’uomo, quando, per la sua natura erratica, si combina con un territorio fragile, porta esondazioni, frane, impaludamenti e disastri. Per combatterli l’uomo da secoli ha dato avvio a interventi di bonifica, che percorrono tutta la storia e i luoghi dell’umanità e che in Lombardia, per le caratteristiche del suo territorio, è stata, ed è, particolarmente vasta e profonda.
Questi i temi al centro del convegno “La civiltà dell’acqua in Lombardia” svoltosi il 7 luglio presso la Triennale di Milano alla presenza degli Assessori regionali Viviana Beccalossi (Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo), Cristina Cappellini (Culture, Identità e Autonomie), del direttore nazionale ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche, delle Irrigazioni e dei miglioramenti fondiari) Massimo Gargano, del presidente e del direttore regionale ANBI Alessandro Folli e Giorgio Negri, del direttore generale della Triennale Andrea Cancellato, del Presidente del Touring Club Italiano Franco Iseppi e del fotografo Francesco Radino.
Oggi, in Lombardia, sono presenti 5 dighe che regolano i laghi; 100 grandi impianti idraulici e irrigui di mirabile architettura, 40.000 km di navigli, rogge, fossi e canali e quasi 1.000 fontanili che assicurano la difesa del suolo dai sempre più frequenti eventi alluvionali, l’irrigazione delle campagne, che fa dell’agricoltura lombarda una tra le più efficienti al mondo (oltre 7 milioni di € di produzione, quasi il 15% di quella italiana), energia pulita (22 impianti producono 120 milioni di kwh), luoghi di sport e ricreazione, ambienti e paesaggi di grande pregio.
Siamo di fronte a un sistema di opere idrauliche e irrigue e a un uso plurimo delle acque unici a livello europeo per vastità, tecnica e funzioni, un impegno che ha attraversato generazioni intere e che merita una maggior considerazione. Da qui il progetto per inserire le grandi opere idrauliche e irrigue lombarde nel Patrimonio Mondiale, Naturale e Culturale dell’Umanità dell’UNESCO, curato da Regione Lombardia, ANBI e URBIM Lombardia (Unione Regionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti fondiari).
Allo scopo, il progetto individua 19 grandi impianti di bonifica e di irrigazione, di alto valore tecnico, paesaggistico ed estetico-architettonico, 4 marcite a testimonianza di un antico metodo di coltivazione anche questo unico in Europa, i musei e gli ecomusei che raccontano la storia della bonifica e delle sue genti, 10 fontanili per la loro valenza irrigua ed ecologica, i navigli milanesi, la Muzza lodigiana e il naviglio Civico di Cremona.
Per promuovere e diffondere la conoscenza di questo patrimonio, il progetto è accompagnato da alcune proposte e iniziative: la costruzione di un Archivio Storico della Bonifica e dell’Irrigazione (ASBI) per raccogliere in forma digitale i documenti sulle opere idrauliche e irrigue e l’individuazione di percorsi ciclo-pedonali che raccordano i siti, un’ampia campagna fotografica e una mostra itinerante che presentano in sette sezioni il sistema della acque lombarde e i modi del suo governo, attraverso l’opera di fotografi fra i quali Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin e Mimmo Jodice.
Pur in un momento storico particolarmente difficile per l’accoglimento di nuove candidature UNESCO italiane, si tratta indubbiamente di un’iniziativa che non ha solo valenza culturale, ma contiene i presupposti per molteplici implicazioni di crescita socio-economica secondo un modello sostenibile.
Un ulteriore stadio di avanzamento del progetto verrà presentato nel convegno che avrà luogo il 7 e 8 ottobre a Mantova, dove tutti i siti UNESCO della nostra Regione si incontreranno per definire obiettivi e strategie per una loro ancora maggiore valorizzazione.

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