Progetti pilota del Piano Strategico della Città metropolitana di Milano per le Zone omogenee Nord-Ovest e Sud-Est

 Progetti pilota del Piano Strategico della Città metropolitana di Milano per le Zone omogenee Nord-Ovest e Sud-Est

Informazioni

Tipologia Attività

Attività svolta su incarico di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza

Direttore

Franco Sacchi

Gruppo di lavoro

Dario Corvi, Maria Evelina Saracchi [staff PIM]

Codice Ricerca

CON_12_16

Data

Marzo 2017


L’incarico ha interessato la predisposizione di due progetti pilota, in linea con quelli individuati nel Piano strategico della Città metropolitana di Milano, sviluppati nelle Zone omogenee del Nord Ovest e del Sud Est.

Il progetto relativo alla Zona omogenea del Nord Ovest (16 Comuni), si è posto quale contributo preliminare all’obiettivo della integrazione dei SUAP a livello intercomunale, volontà espressa dai Sindaci in sede di “Patto per il Nord Ovest”. La presente attività ha provato a definire alcune primarie attività:

  • attivazione di una cabina di regia, con il coinvolgimento dei responsabili dei SUAP comunali, al fine di coordinare e gestire in forma condivisa l’attività;
  • valutazione dello stato di fatto, attraverso l’analisi degli assetti organizzativi, dei regolamenti, di procedimenti e prassi, della modulistica, delle infrastrutture tecnologiche e software disponibili e utilizzate, del livello di interoperabilità dei dati,
  • attivazione di una community dei tecnici comunali responsabili dei SUAP, espressa attraverso workshop mappatura dei processi amministrativi dei diversi Comuni legati al SUAP, attraverso la somministrazione di un apposito questionario;
  • individuazione degli elementi di criticità e le opportunità;
  • articolazione degli obiettivi di mandato, con l’identificazione delle priorità di intervento e valutazione di un primo grado di fattibilità di integrazione dei SUAP con particolare riferimento a regolamenti, procedure e modulistiche potenzialmente

L’attività, che si è sviluppata nell’arco di tre mesi, ha messo al centro lo sviluppo delle relazioni tra i tecnici responsabili dei SUAP. Questo lavoro ha permesso non solo di mappare i processi ed evidenziare criticità e potenzialità presenti, ma soprattutto di attivare il dialogo e costruire la base per lo sviluppo della community che in una prospettiva di integrazione dei SUAP dovrà rappresentare il cardine su cui poggiare il sistema.

Con il progetto relativo alla  Zona del Sud Est (15 Comuni) si è inteso fornire un contributo preliminare alla successiva stesura del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) della Zona omogenea stessa.

A tal fine sono state condotte analisi su:

  • il contesto socio-economico;
  • il contesto urbanistico, territoriale, infrastrutturale e dei servizi di trasporto (esistenti e previsti);
  • la domanda di mobilità e le condizioni di accessibilità, con particolare riferimento ai principali ambiti per attività economiche e poli attrattori/generatori di traffico (anche attraverso interviste presso un campione di imprese operanti sul territorio).

Tali analisi hanno permesso di evidenziare criticità e fornire indicazioni sui potenziali elementi e ambiti sui quali le Amministrazioni comunali potranno poi focalizzare azioni, politiche ed interventi per una programmazione coordinata, integrata e più sostenibile della mobilità (privata e pubblica) dell’intera Zona omogenea.

Le iniziative proposte si coerenziano con le specificità dei diversi contesti territoriali che caratterizzano il Sud-Est e sono volte a:

  • accrescere la propensione all’uso del trasporto pubblico ed implementare i servizi di sharing di scala comunale o intercomunale, in particolare per i Comuni più prossimi a Milano, dove tali servizi sono già oggi più consistenti ed articolati, ma non sempre rappresentano un’alternativa appetibile per gli spostamenti casa-lavoro, che avvengono prevalentemente con l’auto privata;
  • reperire risorse per interventi che consentano di estendere i servizi di forza del trasporto pubblico lungo il corridoio della Paullese e di realizzare nuovi nodi di interscambio modale aggiuntivi e più esterni rispetto a quello esistente di San Donato M3, tali da intercettare gli spostamenti che originano in altri settori territoriali e non solo quelli provenienti dell’area centrale;
  • incrementare e razionalizzare l’offerta di TPL (rendendola più aderente alle esigenze effettive della domanda espressa dal territorio) ed istituire servizi di livello aziendale o di comparto che consentano di ottimizzare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, attestati su nodi di interscambio modale (anche in questo caso aggiuntivi e più esterni rispetto a quello esistente di San Donato M3), in particolare per i Comuni localizzati a maggiore distanza da Milano e nelle zone intermedie rispetto agli assi infrastrutturali radiali, dove prevale un assetto più frammentario e diradato delle conurbazioni e degli stessi servizi di trasporto pubblico.

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